30) La piccola morte

La Dea Ninith ESCAPE='HTML'

«Dove corri così in fretta Saros?»

Amiroth l’incrociò sulla scalinata del Tempio ed il giovane per una frazione di secondo apparve disturbato, ma si ricompose immediatamente indossando uno smagliante sorriso di circostanza.

«Sommo, sono veramente lieto d’incontrarti.»

«Anche per me è un piacere ragazzo! Non abbiamo mai parlato seriamente da quando mia figlia è scomparsa e prprio l’altro giorno pensavo che non ti abbiamo dato la giusta attenzione visto che Mahina era un po’ più che un’amica per te.»

«È vero, amavo moltissimo vostra figlia, ma non mi sembrava il caso di aggiungere al vostro immenso dolore anche il mio.» assentì con afflizione.

«Sei veramente apprezzabile per la tua delicatezza.»

Amiroth si stiracchiò la barba nel gesto abituale che tradiva ad un occhio attento, la sua perplessità, ma fortunatamente non era il caso del giovane Saros.

«Monràh ed io saremmo lieti di averti a cena questa sera, ci farebbe piacere passare un po’ di tempo con te per parlare di nostra figlia.»

«Sommo, sono veramente costernato, ma questa sera ho un impegno: ho conosciuto una ragazza e beh… non devo aggiungere altro…»

«Capisco e non voglio certo rovinarti l’appuntamento. Immagino che la compagnia di una giovane fanciulla sia preferibile a quella di due anziani nostalgici.»

«Non si tratta di questo, il fatto è che ho fatto una promessa ed è mio dovere tenervi fede!» replicò computo.

«Credo sia giusto, lo farei anch’io. Quando potresti venire?»

Saros osservò il cielo in cui si erano ammassati grossi nuvoloni grigi ed un rombo di tuono, in risposta a quello sguardo, annunciò l’imminente temporale.

«Devo scappare Sommo, sta per piovere e non voglio inzupparmi! Ne riparleremo quando avrò più tempo. Ringrazia anche Monràh per l’invito. Piacerebbe molto anche a me parlare di Mahina, avete delle novità per caso? Sono pronto a lasciare subito questa ragazza per lei!» affermò sfacciatamente.

«No, nessuna novità, solo nostalgia.»

Un secondo fragoroso tuono introdusse le prime grosse gocce di pioggia e Saros colse l’occasione per salutare il suo interlocutore promettendogli che ne avrebbero riparlato. Il Sommo l’osservò allontanarsi di corsa e con un cenno del capo chiamò una guardia.

«Pedinalo, non perderlo mai di vista!»

«Sì, Sommo!»

“C’è qualcosa di diverso nel ragazzo.” riflettè Amiroth. “Non conteneva l’eccitazione, sembrerebbe davvero innamorato. Che si sia invaghito di una Nera? Magari è solo questo il motivo delle sue continue incursioni nel loro territorio.”

Non essendo di sangue nobile l’unione con i Neri non era vietata, non costituiva un pericolo per la Confraternita.

Il Sommo raggiunse la compagna che lo attendeva nella Sala del Consiglio.

«Ho incontrato Saros mentre venivo qui.» esordì baciandola su una guancia «sembrava avere molta fretta, ma da questo momento in poi ogni suo movimento sarà sotto la lente d’ingrandimento. Mi è sembrato fra le nuvole: se dovessi dare un giudizio al di là dei sospetti che nutriamo su di lui, direi che sia innamorato.»

«Davvero?» Monràh alzò un sopracciglio.

«Non facciamo troppe congetture, attendiamo maggiori elementi per giudicare la situazione.»

«Condivido la tua cautela.» gli si avvicinò e gli strinse il braccio prima di continuare.

«Stavo pensando che questa volta potresti viaggiare tu in astrale in modo da parlare direttamente con Phale.»

Amiroth non riuscì a tradire un moto d’entusiasmo, i viaggi in astrale erano normalmente riservati alla parte femminile della Confraternita, ma non era un imperativo. Le donne erano maggiormente predisposte a questo compito ed il conducente, rimanendo nello stato di coscienza terreno, doveva possedere molta forza per intervenire in caso di pericolo; gli uomini erano dotati infatti di maggiore energia per riportare alla condizione di partenza il viaggiatore in difficoltà.

«Mi sono accorta di essere stata molto egoista: il mio desiderio di vedere e parlare con Phale mi ha fatto dimenticare l’amore immenso che nutri per lei. Che ne dici se per una volta ci scambiamo i ruoli? Potrei chiedere a Rechel di unirsi a noi nel caso ci fosse bisogno di riportati indietro.»

«Mi piacerebbe molto!» rispose con semplicità Amiroth.

Saros nel frattempo aveva raggiunto la piccola imbarcazione in attesa dietro al grande peschereccio che ne celava la vista. Si assicurò che nessuno lo stesse osservando e dopo averlo attraversato, salì a bordo. Si trattava della lancia secondaria di Mhanna ed il conduttore era uno dei suoi uomini più fedeli. Saros sospettava che si trattasse di uno degli innumerevoli amanti della Maga Nera, ma non era geloso, al contrario: il potere di seduzione di quella donna lo affascinava e sapere che era desiderata da tutti gli uomini la rendeva ancora più attraente.

Raggiunsero la minuscola grotta in cui il canale si arenava in un banco di sabbia mista a roccia e che conduceva, attraversando un cunicolo piastrellato, direttamente all’alloggio di Mhanna.

La maga lo stava attendendo all’attracco ed appena Saros la vide fu attraversato da una potente scossa di desiderio: era lì per lui, la più potente donna di Atlantide si era innamorata proprio di lui e lo aveva reso suo primo compagno di letto.

Un giorno forse, avrebbe occupato il posto del Thotme, odiava quell’uomo almeno quanto Mhanna ed era lieto che il sentimento fosse condiviso. Saros si reputava degno di ricoprire il ruolo di Gran Maestro ed era certo che un giorno lo avrebbe superato in potenza.

Mhanna gli aveva promesso libero accesso al Libro delle Ombre, gli aveva raccontato che era quello il reale strumento della forza di Thotme e che chiunque ne fosse entrato in possesso lo avrebbe eguagliato in grandezza.

Aveva deciso di attendere con pazienza l’arrivo di quel giorno, ma per il momento era intenzionato a godersi i piaceri elargiti da quella sublime signora.

«Mhanna sei incredibilmente attraente oggi!» saltò con un balzo dall’imbarcazione senza attendere il termine delle manovre d’ormeggio e l’abbracciò con trasporto.

La maga indossava uno splendido abito d’impalpabile seta rossa impreziosito da laboriosi ricami dorati, che le esaltava le curve aderendovi armoniosamente.

«Non vedevo l’ora che arrivassi: ci sono grandi novità!»

«Davvero? Pensi che possano aspettare un po’, almeno fino a quando non avrò spento la voglia di possederti?»

La risata argentina di Mhanna riempì lo stretto corridoio piastrellato che conduceva ai suoi alloggi e quando vi arrivarono s’offrì a lui senza indugio.»

«Come ti ho preannunciato ci sono grandi novità.» l’informò mentre riposavano mollemente sul letto ormai sfatto.

«Quello stupido di Thotme non vuole rivelarmi il luogo in cui si trova Mahina, ho provato ad indagare in ogni modo possibile, ma ho dovuto lasciar perdere per non insospettirlo. Però la Dea è accorsa in mio aiuto» lo guardò con malizia «è accaduta una cosa fantastica!»

«Raccontami tutto!»

«In tutto questo tempo non ho mai smesso di sondare l’astrale e ho fatto bene! Sono riuscita ad individuare Gelkares e sembrava piuttosto adirata con quello schiavo. Stavano litigando e lui la supplicava di schermarsi. Non lo riuscivo a vedere, sentivo solo la sua paura, quelle sciocche devono avergli insegnato la tecnica per schermarsi dalle sonde astrali, ma è molto debole ed incapace, non ha certo le capacità d’un Bianco. Quindi poco dopo sono riuscita a catturarlo e soprattutto a vederlo con molta chiarezza e la sua immagine stavolta è ben delineata in me, sarà un punto d’aggancio prezioso all’occorrenza.»

«È fantastico, non avranno scampo! Cosa facciamo ora?»

«Non voglio che Thotme abbia alcun sospetto ed è per questo che nonostante io abbia voglia di gridare al mondo quanto ti desideri…» fermò le parole a mezz’aria per mordergli teneramente la coscia nuda «…ho preferito mantenere il riserbo sulla nostra relazione. Tu andrai lì, saremo in contatto in astrale e riusciremo a scovare la figlia dei Sommi. Dovrai portarla da me!» lo sfidò con lo sguardo. «Sarai capace di farlo?»

«È la cosa che desidero di più al mondo, dopo di te ovviamente! Qualsiasi cosa mi dirai di fare sarà un’opera compiuta!» rideva divertito mentre giocherellava con una ciocca dei lunghi capelli della maga.

«È molto importante questa prova, sarà la tua vera iniziazione e comincerà con il rito alla Dea che ti fornirà un’energia così potente da lasciarti esterrefatto. Si tratta d’una cerimonia che praticavo insieme a Thalos e prima ancora, a Thotme.»

«Ne sono onorato!» replicò non senza una punta d’imbarazzo.

Gli sembrava incredibile, si trovava nel letto di Mhanna e lei lo stava iniziando ai più alti segreti della magia nera.

«Che cosa vuoi che faccia?» le domandò impaziente.

«La gravidanza di Mahina sta ormai giungendo al termine, manca poco e non voglio che quel bambino emetta un solo vagito in questo mondo.»

«Nemmeno io e ti assicuro che farò soffrire sua madre prima di morire, ho sognato quel momento innumerevoli volte!» i lombi di Saros si eccitarono a tal punto che scaraventò supina Mhanna e la prese nuovamente con cattiveria ardente.

La maga lo lasciò sfogare, quel ragazzo era incline alla malvagità almeno quanto Thalos, sebbene fosse meno intelligente; tutto sommato era un bene, avrebbe potuto manovrarlo con più facilità.

«Devi partire immediatamente e raggiungere il luogo in cui ho visto lo schiavo, ti farò accompagnare da una dozzina di uomini. Atlantide non scomparirà, saremo noi due ad opporci al disegno delle stupide divinità dei Bianchi ed una volta annientata la Profezia, il nostro potere aumenterà a tal punto che potremo avere il Fuoco Sacro con facilità: il dolore per la perdita della figlia sarà per i Sommi un momento di grande debolezza e sarà allora che colpiremo.»

«Ma può una profezia non avverarsi?»

La Maga Nera scoppiò in una sonora risata.

«Certo che può accadere, i loro Dei faranno di tutto per impedircelo, ma siamo dotati di libero arbitrio e la volontà ferma d’un uomo può annullare qualsiasi profezia. Io sono abbastanza forte per oppormi e tu carissimo, rappresenti lo strumento attraverso cui sconfiggerò i loro Dei! Nebiros e Ninith saranno la coppia celeste che regnerà sulla Terra dopo la nostra vittoria, abbiamo il loro sostegno, ricordalo sempre. Il Fuoco Sacro viene gestito dai Bianchi, ma se sconfiggeremo i loro Dei, passerà a noi!»

Saros era letteralmente invaghito dalla forza di Mhanna, aveva un coraggio tale da sfidare persino gli Dei. Un giorno grazie alla sua guida sicura, l’avrebbe eguagliata!

«Partirò immediatamente ma prima c’è una cosa che è bene tu sappia: prima di venire qui ho incontrato Amiroth. In genere non mi degna d’uno sguardo, ma oggi mi ha chiesto di cenare con lui e la Somma. Pensi sappiano qualcosa?»

«Effettivamente potrebbe esserci una possibilità. Sei stato attento a non essere seguito in questi giorni? La lancia che ti trasporta qui è dozzinale, molto comune e non dovrebbero averla legata a me, ma i tuoi continui spostamenti potrebbero non essere passati inosservati. Hai fatto bene a condividere con me i tuoi sospetti, non ci devono essere segreti fra noi, i tuoi dubbi devono essere anche i miei.» concluse con intensità.

S’alzò dal letto e chiamò una schiava per farsi preparare un bagno.

«Facciamo il bagno insieme, in seguito raggiungeremo la Dea al Tempio per la tua vera iniziazione.»

L’eccitazione di Saros aveva raggiunto livelli vertiginosi, ma seguì con diligenza le istruzioni della sua Maestra.

Dopo il bagno di rito indossarono le vesti nere ed argento delle cerimonie e raggiunsero la Camera Inferiore del Tempio dedicata a Nebiros e Ninith.

«Per te è la prima volta e non sarà un’esperienza molto facile. Ti fidi di me?» gli chiese conoscendo già la risposta.

«Con tutto me stesso!» la voce del giovane era carica di convinzione.

«Perfetto! La Dea si manifesta concretamente solo attraverso Nebiros, invochiamola insieme.» gli ordinò. «Unisci le mani alle mie mentre recitiamo la formula d’invocazione! Dovrai impararla a memoria e divenire un mantra: più la pronuncerai, maggiore sarà la forza che darai alle parole che contiene.»

«Sì Maestra.»

Quando Ninith comparve trasfigurando il corpo della maga, Saros rimase senza fiato: si trattava d’una presenza totalizzante, un connubio che andava oltre la carne e che tuttavia gli fece esplodere di sensualità ogni singola cellula del corpo.

Il senso assoluto di perdita che provò quando la Dea assorbì tutta la sua energia vitale fu l’esperienza più traumatizzante che Saros avesse mai provato, l’estasi venne sostituita da un terrore cieco quando esalò l’ultimo respiro della “piccola morte”. La Dea rinfuse contemporaneamente nuova energia al corpo di Mhanna e la maga la restituì a Saros, resuscitandolo.

Il giovane rinvenne completamente trasfigurato nel corpo e nell’anima: il senso di potere assoluto con cui era stato marchiato, lo faceva sentire simile ad una divinità.

La voce della Dea parlò attraverso Mhanna e lo trasportò entro nuove vette estatiche.

«Miei amati sono felice che siate qui, ti aspettavo da tempo caro Saros, sai?»

Il giovane non fu in grado di pronunciare alcuna sillaba.

«Sei sempre stato mio, la tua anima mi appartiene da molto tempo anche se non ne eri consapevole. Sono lieta tu ti sia affidato ad una delle maghe a me più care, la nostra Mhanna. Grazie al suoi aiuto mi conoscerai e se mi servirai adeguatamente esaudirò ogni tuo desiderio, anche quelli che ritieni impossibili. Sei mio Saros?» gli domandò inondandolo di voluttà.

«Per sempre!»

«Bene! Non avevo alcun dubbio. Il compito che vi siete prefissi è impegnativo e nemmeno io posso garantirvene l’esito. Tuttavia avrete il mio sostegno in ogni momento, anche fra gli Dei, nella nostra dimensione, sta compiendosi la medesima battaglia e voi ne siete il riflesso. Ce la faremo, il Fuoco Sacro dovrà essere custodito dalla nostra Fratellanza e conto su di voi. La Profezia non deve compiersi e per questo Mahina ed il suo bambino dovranno morire. Io sarò le vostre mani quando la colpirete al cuore.»

«Sì mia Dea!» le rispose con devozione, incapace di sostenere a lungo quella magnificenza.

«Vi benedico miei diletti, andate ed eseguite la mia volontà.»

Il volto della Dea si dissolse davanti agli occhi di Saros e ne emerse quello di Mhanna.

«Dio mio!» Saros si accasciò a terra coprendosi il volto con le mani. «È stata l’esperienza più incredibile della mia vita, io… sono morto… sono risorto… e la Dea… mio Dio! Si tratta di questo allora?»

«Esatto!» gli rispose con semplicità Mhanna. «Questo è il modo in cui i Maghi Neri dal tempo dei tempi acquistano ed amplificano il proprio potere. Nessun Dio è generoso quanto Ninith e Lei è…»

«…È bellissima!» terminò il giovane ancora sconvolto. «Mi sento simile ad un leone, come se potessi spostare una montagna con un dito.»

«Bene, era questo che volevo da te, forza, coraggio e potenza sovra-umana: ora ne hai in abbondanza ed hai giurato davanti alla Dea di servirla.»

«Lo farò con immenso piacere. Partirò subito, dammi tutte le indicazioni necessarie!»

«Non voglio che tu uccida Mahina subito, voglio essere presente. Ho una bella sorpresa per te, ti confiderò uno dei segreti più interessanti che riguardano la nostra Confraternita.»

«Di cosa si tratta?» chiese incuriosito Saros non penso ci sia qualcosa di più esaltante dell’incontro con Ninith, non credo proprio!» scosse il capo con convinzione.

«Questo è sicuro, ma anche quello di cui vorrei renderti partecipe ti stupirà. Non voglio anticiparti niente, partiremo separati e c’incontreremo quando avrai catturato la ragazza. È un’idea che mi è venuta adesso, ma t’assicuro che la morte che ho ideato per lei ti appagherà completamente!»

«Adesso sono davvero incuriosito… certo che sai come stimolare il mio desiderio ed in ogni senso.»

«Sai perché perdiamo tanto tempo con gli esperimenti sugli uomini? Proprio per vedere le loro reazioni di fronte a stimoli diversi, per capire come manipolarli in caso di necessità, per avere potere su di loro. Noi li conosciamo meglio di loro stessi. È la conoscenza il segreto del nostro potere. Abbiamo moltissimi laboratori qui ad Atlantide e sparsi nel territorio dei Barbari e formiamo scienziati eccellenti per occuparsi solo di questo. Se non esistessero i Bianchi con tutte le loro assurde limitazioni ed il loro controllo potremmo raggiungere risultati ancora più importanti! Abbiamo provato a creare una nuova razza con i centauri, eravamo convinti che la parte animale avrebbe prevalso su quella umana e il risultato è stato deludente; ma non demordiamo, il nostro scopo è il dominio assoluto della Terra e prima o poi riusciremo ad infrangere anche il territorio dei nostri più acerrimi nemici. Questo è il motivo principale per cui la gestione del Fuoco Sacro dovrà passare alla nostra Confraternita: con la sua potenza possono annientarci in un solo istante. Il bambino poteva essere una buona scusa per insinuarsi all’interno del Tempio di Smeraldo senza generare sospetti, Thotme l’avrebbe condizionato grazie al loro legame di sangue, ma è andata male. Non possiamo sacrificare Atlantide per questo, non voglio! Ci sono sicuramente altri modi e se sapremo gestire adeguatamente questa situazione potremo rivoltare a nostro vantaggio gli effetti che la morte di Mahina e del bambino causeranno sui Sommi.»

«Nemmeno io voglio che la Profezia si avveri, amo la nostra civiltà! Come possono pensare di distruggerla? Che razza di Dei governano il cielo dei Bianchi?»

«Già, Ninith è di tutt’altro genere: la Dea si occupa con generosità di chi la serve con fedeltà!»

«Ed io da oggi sono uno di voi, la Dea stessa mi ha parlato ed è stato… incredibile!»