Uscire da Matrix

Uscire da Matrix ESCAPE='HTML'

Quando entriamo in una " forma pensiero" collettiva, come per esempio quella di un lavoro svolto da molti, entriamo anche nel "programma collettivo" che tanti prima di noi hanno dato a quella particolare forma.

Se non siamo individui consapevoli, se non siamo in ascolto di noi stessi, subiremo passivamente quella forma, bella o brutta che sia, senza potere fare nulla.

Se siamo individui consapevoli invece, creeremo la nostra specifica "forma pensiero", in relazione a quel tipo di realtà in cui ci troviamo, ma dovremo per forza scontrarci con la forza d'attrito del pensiero collettivo.

Tutto ma proprio tutto nasce da queste basi.
Per esempio: stiamo svolgendo un lavoro molto pesante e nel tempo la collettività ha "formato la realtà di quel lavoro caricandola di effetti collaterali come qualche tipo di malattia.

Se il collettivo avesse rivolto perlopiù pensieri di vigore, di salute, di benessere come effetti collaterali di un lavoro di forza, questo l'uomo inconsapevole si troverebbe a vivere.

Quindi non è proprio come ce la raccontano in qualche frasetta che spesso leggiamo anche qui: è molto più complesso il problema.

Quando l'individuo comincia a lavorare e, nel caso di un lavoro di fatica comincia ad avvertirla, prende anche sulle spalle tutto il pensiero collettivo riguardo alla fatica che sta provando.

Ecco perchè è importante, anche se molto impegnativo, entrare in noi stessi e vedere che cosa c'è, che cosa pensiamo davvero, cosa dimora in noi. In quel vedere, possiamo intervenire consapevolmente e scegliere quali pensieri lasciare e quali eliminare.

Nel non vedere, tutto il collettivo è in noi senza che possiamo nemmeno accorgerci che sta "vivendo" a posto nostro la nostra esistenza.

Il pensiero crea sì, ma solo chi è al di fuori della mente 3D può davvero creare.

Nella fotografia Chloe Bruce