Relativo ed assoluto

Relativo ed assoluto ESCAPE='HTML'

Prima di tutto poniamo le basi:
1) Il relativo rappresenta il mondo della forma.
2) L'Assoluto è privo di qualsiasi forma e ne consegue ovviamente che comprende ogni relativo possibile.

Molto spesso qui si parla di specchi, che il mondo esterno è lo specchio del nostro mondo interiore, ma tutto ciò ha una lettura ancora più profonda e non è facile "comprenderla e non solo capirla".

Tutto ciò che noi vediamo all'esterno è una nostra proiezione, sono illusioni che ci passano davanti ed entrano in risonanza nella nostra vita e ci mostrano ciò che è in noi. Tutto, esattamente tutto ciò che vediamo è in noi.

Questo perchè l'Assoluto per potere vedere se stesso deve sdoppiarsi, deve frantumarsi in tante forme che gli mostreranno non solo quella forma, ma anche tutto ciò che è oltre quella forma, perchè ne è l'opposto.

Se invece di pensare all'Assoluto come qualcosa al di fuori di noi, lo includiamo nella nostra Osservazione, per quanto sia possibile, visto che la ragione è limitata e non può comprenderlo, allora intuiamo che anche noi siamo quell'Assoluto, che ci siamo sdoppiati in una miriade di forme e che appunto, queste forme sono tutto ciò che noi stiamo osservando ed abbiamo osservato ed osserveremo.

Siamo i nostri genitori, siamo i nostri figli, siamo i nostri amici, siamo i nostri nemici, siamo gli oggetti che ci circondano, siamo i posti in cui viviamo, siamo le nostre emozioni e siamo ogni cosa.

Io sono anche te e tu che leggi sei anche me, sono un frammento di ciò che tu sei.

Tutte queste forme, nel qui ed ora, tra l'altro sono anche le forme che abbiamo impersonato in ogni esistenza, altrimenti non le potremmo vedere, perchè solo sdoppiandoci lo possiamo fare.

Siamo l'Assoluto sdoppiato, siamo il Tutto che per vedere se stesso si sdoppia ed anche l'Osservatore è una di queste forme sdoppiate, che ci permette quindi di "vedere" il nostro lavoro.

Se quindi anche l'Osservatore è una forma sdoppiata, cosa rimane? Cosa accade quando si esce anche dalla forma dell'Osservatore?

Ci si illumina.

Ed appare chiaro il versetto di Tommaso, di fronte a tutto ciò: "Un suo discepolo gli disse - Chi sei tu per dirci queste cose?-. E Gesù rispose: - Ma voi siete come quella gente che ama l'albero e ne odia il frutto, e se ama il frutto odia l'albero!-

Perchè Gesù era semplicemente (ed è) lo specchio della divinità che stava ascendendo anche in ognuno di loro. Ma loro non vedevano se stessi, ma l'altro, erano ancora divisi.

"Chi sei tu per dirci queste cose?" E Gesù avrebbe potuto rispondere " Sono te!"