Quando siamo spietati con il prossimo

Fotografia di Alessandro Di Cicco ESCAPE='HTML'

La ferocia con cui trattiamo il prossimo di chi sta veramente parlando?

Voglio fare una riflessione in merito alla vicenda delle atlete chiamate cicciottelle nel giornale, del licenziamento in tronco del giornalista e soprattutto del putiferio e della condanna senza appello che è stata rivolta dagli italiani ( episodio accaduto recentemente in Italia). 

Spero di riuscirmi a spiegare bene: mi ha molto colpita la reazione violenta della gente.

Ognuno di noi in questa vicenda, in questa rappresentazione collettiva dell'interiorità del popolo italiano, non ha parlato solo della vicenda superficiale, ma anche e soprattutto di se stesso.

Ognuno di noi ha parlato di come tratta se stesso di fronte ad ogni errore che fa ed è questa cosa che mi ha colpita molto perchè la maggiorparte della gente condanna  con ferocia gli errori altrui  e quindi, per quanto riguarda l'inconscio, cioè quello che non vede di sè, tratta in egual modo se stesso senza saperlo: "se lo merita di essere licenziato, deve pagare duramente, deve essere di esempio, deve pagare anche per tutti gli altri!!!"

Questa è la qualità dei commenti che ho letto.

Anche per le ragazze e per noi donne in generale, è la medesima cosa in un altro pezzo della vicenda: le giovani atlete non avrebbero vissuto ciò che è accaduto se inconosciamente non dicessero con spietatezza a se stesse ciò che il giornalista ha verbalizzato pubblicamente( che sono atlete cicciottelle).

Ecco il punto: ma quanto siamo spietati con le nostre imperfezioni, con i nostri errori?
Lo siamo verso noi stessi e tutto ciò che ci accade di negativo poi, ce lo facciamo pagare in termini di esperienze negative nella vita: "sei colpevole" dice l'Anima dentro di noi "devi pagare duramente, devi CAPIRE , devi imparare!!"

Poi, quando ciò che pensiamo accade e ci fa vivere un vero inferno nella vita, piangiamo disperatamente e ci chiediamo come mai l'esistenza sia così ingiusta per noi.

" Tu dovevi dirigere la vita, essere attento" dice ancora l'Anima ( in questo caso l'editore che ha licenziato in tronco) "via, non sei degno di vivere, pagherai! "

La vita è spietata perchè noi siamo SPIETATI con noi stessi: nessuna tenerezza, nessuna parola di compassione, nessuno sprazzo di comprensione.

Siccome questa vicenda ha coinvolto il collettivo, è qualcosa che riguarda tutti noi ed il Cielo ci sta parlando nel modo unico in cui lo fa e che tutti noi dovremmo piano piano capire: ci pone davanti delle situazioni che dobbiamo leggere con gli occhi interiori.

Se vogliamo che la nostra società diventi un posto magnifico in cui vivere, e tutti lo vorremmo, dobbiamo capire che stiamo sbagliando strada, che ci stiamo trattando con una durezza che va oltre la punizione per l'errore.

Tutti sbagliamo, tutti siamo imperfetti ed è vero, le conseguenze per i nostri errori possono essere anche molto pesanti, ma piano piano, trattandoci con più amore e comprensione, scusandoci se per imparare dobbiamo necessariamente fare l'esperienza di quell'errore, puliremo quella cantina, che è dentro di noi, colma di ogni genere di sofferenza, di giudizio, di punizione e che ci ha reso sempre più duri, che ci ha chiuso il cuore, l'unica cosa che davvero faccia stare bene un uomo.

Sembra una frase scontata, ma è solo l'amore che fa stare bene davvero un uomo, non tanto sentirsi amato (è una conseguenza), ma amare.

Per amare però, devi avere quell'amore in te, devi essere quell'amore ed esso non esiste laddove ci sia separazione, ossia giudizio ed intransigenza.

Impariamo ad amarci, ad usare i nostri errori comprendendoli nella loro necessarietà e lasciamoli andare, perchè la vita è una scuola e noi tutti siamo gli alunni.

Non è un caso che la scuola sia improntata sulla punizione dell'errore invece che sull'esaltazione dello stesso, come fine per l'apprendimento: la scuola riflette quella parte di noi che riguarda l'apprendimento interiore.

Come la vediamo impostata è come è impostata anche, la scuola della vita che è in noi.
Siamo noi i Maestri e gli Alunni, in un'unico Essere individuale e collettivo

Il metodo puntivo è bene introiettato nella coscienza di tutti perchè fin da bambini ci viene insegnato che è così che si affrontano i problemi della vita: errore è uguale a punizione e colpevolezza.

Quando vedremo cambiare il metodo d'insegnamento, in questo contesto dell'errore, in modo collettivo, significherà che la collettività interiore dell'Italia, ma non, certamente, solo del nostro paese,  sarà in via di guarigione.